L’idea è quella di raccogliere qui ogni rullino sviluppato. Ho deciso di dividerli per luogo di scatto, così da poterli catalogare nella maniera più logica possibile. Spesso mi capita di uscire con la Pentax in vari posti, quindi su un rullino fotografico da 36 foto spesso ci vanno a finire scatti effettuati in più luoghi.
Proprio per non creare confusione, la suddivisione che faccio è in base al luogo ed in base ovviamente al tipo di pellicola.
Cerco sempre di cogliere le foto migliori: quando vado a digitalizzare il rullino sviluppato, ci staranno sicuramente foto sovraesposte, foto sottoesposte, foto mosse (a volte troppe!) e sicuramente fuori fuoco. Non sono una fotografa professionista, quindi lungi da me voler emergere per questo. Le foto fighe le lascio ai fotografi.
La mia idea non è quella di catturare gli scatti “oggettivamente belli“, ma ciò che voglio cogliere è la particolarità propria della pellicola fotografica: i colori, le imperfezioni, le impurità e la grana del rullino in quanto tale.
Non troverete foto bellissime, non troverete foto da copertina. Troverete foto sbiadite e storte, troverete l’essenza racchiusa in un rullino fotografico. Non troverete foto coi filtri, non troverete foto perfette. È proprio l’imperfezione che, secondo me, rende unica la fotografia analogica.